Nella bella cornice del Palazzo dei Capitani di Ascoli sabato mattina, prima del test match, si è tenuto il convegno:
‘IL GIOCO DEL RUGBY E LA SCUOLA: La gestione dell’aggressività ed il valore del sostegno nel percorso formativo’
Durante la conferenza di sono susseguiti coe relatori il prof. Tullio Rosolen, Responsabile Progetto Scuola F.I.R.,il prof. Giorgio Sbrocco, Responsabile formazione Petrarca Padova, il dott. Sammy Marcantognini, Psicologo sportivo, e Ninni Bonomo, della didattica Fir
Detto degli interesanti interventi in cui hanno spiegato i loro concetti e le idee diverse per lo sviluppo di del rugby per i ragazzi, la nota più ostiva è stata la presenza di non pochi insegnanti
Bravo Matteo;
RispondiEliminaJeppo tu ci sei andato?
RispondiEliminaQuello delle scuole e' un discorso che la FIR porta avanti da molto tempo con energia, costi e costanza gia' da diversi anni. Spero che nella nostra regione la nazionale ci aiuti perche' fino ad oggi le scuole hanno dato risultati insufficenti.
FM
C'era, c'era. Franco
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RispondiEliminami rivolgo all'"anonimo criticone"
RispondiEliminama tu che sei tanto bravo perchè non ci parli di te del tuo sapere di rugby e principalmente che traccia hai lasciato nell'ambiente e quante ancora ne lascerai....dai illuminaci....
rino
strane e imbarazzanti voci parlano di ennesima disgrazia che si abbatte su rugby piceno... torna giaccò con nuova squadra di nuova formazione. sempre che non ci sia cuscino da vendere e arriva jeppo e gli frega il posto. evviva il rugby fanto di santi, santoni e gay!!!!!.
RispondiEliminal'importante nella vita è saper raccontare le favole...
ma xkè non scendete tutti dal pulpito... ma che cavolo di esempio date ai giovani delle under che vengono su questo sito?!? io jeppo non lo conosco come allenatore mentre jacco' mi ha insegnato tanto come allenatore! perchè tutto questo odio verso 2 persone che amano il nostro stesso sport?!? nemmeno nei forum calcistici c'è cosi' violenza nei commenti...
RispondiEliminaMassi n. 5 Ascoli (odio solo gli anonimi fomentatori) w il rugby!
complimenti all'"anonimo criticone" per la classe dimostrata.
RispondiEliminaMassi ha ragione, basta con questi commenti, specialmente se anonimi.
Maloni Rinaldo "rino"
Ho cancellato due commenti che davano addosso a due persone. Non c'erano insulti personali (erano cmq piuttosto duri), ma non mi piace che rimangano pubblicati post privi di firma. Il web consente l'anonimato. Io per certe critiche sinceramente no.
RispondiEliminaPer puro errore fra l'altro ho cancellato anche il post di Jeppoo e di questo mi scuso.
Noto una certa "bagarre" ma mi deve essere sfuggito qualcosa (infatti vedo diversi post eliminati...).
RispondiEliminaLa mia opinione personale, per quello che vale, è che la Regione Marche è obbligato a seguire il modello nazionale F.I.R., senza F.I.R. tenere in considerazione le esigenze locali.
RispondiEliminaNelle aree stabilite come il Veneto il rugby ha un profilo più alto, ed è ben diffusa.
Qui nelle Marche si stanno ancora lottando per ottenere il riconoscimento dei valori del nostro sport, e di conseguenza ci sono solo un piccolo numero d’insegnanti consapevoli del fatto che Rugby ha un valore formativo. Spesso, anche se gli insegnanti di educazione fisica sono informati, il Preside non è, e crede ancora l'immagine del rugby ad essere violento e pericoloso.
Lo staff professionale come insegnanti non sempre è disposti a permettere ai loro studenti ad essere insegnata da volontari, per una serie di motivi;
1. Non capiscono (a volte giustamente) che chiunque puo 'insegnare' solo dopo il 10 / 12 ore di preparazione.
2. Sono preoccupati che l'educatore / allenatore sarà molto positivo, e ci sarà difficile 'seguire in futuro'.
3. I requisiti competitivi della Federazione creeranno troppo lavoro.
4. Semplicemente non vogliano essere disturbato.
Credo personalmente che la FIR dovrebbe essere in grado di rivalutare i regioni dipendenti dai loro punti di forza e le strutture, e non imporre le stesse regole nelle Le Marche come in Veneto / Lombardia, ecc.
Vorrei suggerire che, se Veneto / Lombardia ecc. sono di ‘Grado 1’, allora Marche è di grado 3, la classificazione può consistere dopo una analisi dei livelli di gioco / campionati, in qui nelle Marche esiste solo 1 club del Serie B , e il resto sono in varie versioni di 'C', ma in Veneto / Lombardia etc non è certo questo il caso.
Ciò si traduce spesso nella capacità di un piccolo club di trovare risorse sufficienti per promuovere il gioco, in attesa per questi club creare squadre che possono partecipare, ad esempio, 14 concentramenti a livello di Under 14, e questo è spesso impossibile. Anche se questo è possibile in regioni tipo ‘Grado 1’ , nel regioni ‘Grado 3’ e molto difficile.
Forse le requisiti federali di ‘Grado 3’ potrebbe essere diluito. (Rugby 7, Rugby 10)
Un altro elemento che spaventa gli istituti d’insegnamento è che il rugby è promosso come uno sport di contatto, come il pugilato, lotta, arti marziali, ecc. La mia domanda è, dobbiamo promuovere, attraverso questo concetto, soprattutto quando vogliamo promuovere il fatto che quando il team ha la palla, l'ultima cosa che si desidera incoraggiare è il contatto. Non si arrivo all'altro lato della foresta andando a sbattere contro gli alberi. Vorrei invece promuovere il rugby con un contenuto della manualità e il passaggio; agilità, conoscenza spazio, di sostegno, di continuità, ecc. Il concetto di contatto dovrebbe essere introdotto molto lentamente, soprattutto quando l'unico spazio disponibile è una palestra.
Quando ho lavorato nel nord d'Italia, abbiamo promosso il rugby nelle scuole, ma non da sottolineare l'elemento di contatto, ogni anno 5.000 bambini provato lo sport in orario scolastico, e lo scorso anno l’Under 17 di ns. club , che provenivano tutti attraverso il nostro progetto, ha sfidato Petrarca Padova nella finale nazionale Under 17. Tutto questo senza il sostegno finanziario della club 'madre', in un paese di soli 17.000 persone.
Ci sono molte alternativi per promuovere il rugby, ma fine quando queste alternativi non sono in evidenza per i club, il percorso di crescita sarà sempre stretta e piena di ostacoli.
Vorrei anche sottolineare che l'Italia è probabilmente l'unico paese (certamente in Europa se non del mondo) ad avere una prospettiva limitata per quanto riguarda lo sviluppo del gioco nelle scuole.
Andrew Jepson; I.R.B. Formatore. Colli del Tronto A.P.
Esempio da dare ai giovani....
RispondiEliminaBell'argomento!!!
E a chi lo facciamo fare??
Al mercante Jeppo che quando non c'è più trippa per gatti prende i suoi quattro stracci e se ne va lasciando i ragazzi soli?
Oppure all'ambiguo gigante con le mani lungue e insinuanti di Giaccò??
Non parliamo di allenatori, parliamo di uomini.
Dareste i vs figli in mano a queste persone. Io credo che se conoscete queste persone non potreste che rispondere in un solo modo.
Remo
"rivalutare i regioni dipendenti dai loro punti di forza e le strutture, e non imporre le stesse regole nelle Le Marche come in Veneto / Lombardia, ecc."
RispondiEliminaDa molto tempo insisto su questa rivalutazione, ma mi si taccia di eccessivo "personalismo", come se volessi tirare acqua al mio mulino e non fosse un dato di fatto deprimente leggere frequentissimamente di concentramenti con 2-3 compagini di cui una di 5 ragazzi...
Dimenticavo.
RispondiEliminaMassi fatti dire ai tuoi dirigenti perchè Giaccò è stato mandato via da Ascoli??
Remo
Bravo Remo continua ad usare certi toni, altamente educativi e una buona pubblicità per il movimento.
RispondiEliminaNon discuto le tue idee (anche perchè non sono nessuno per smerdare 2 persone) ma non ritieni che il luogo e il modo di esprimerle non siano idonee ad un sito internet come questo? non credi che postare certi commenti su un articolo dedicato ai ragazzi sia altamente fuori luogo?
Da tuoi commenti si capisce che sei un tipo passionale, sicuramente un amante del Rugby, ma cerchiamo di moderarci ed avere toni costruttivi :)
Massi n.5
Il rugby è un gioco per gentiluomini di tutte le classi sociali, ma non lo è per un cattivo sportivo, a qualsiasi classe appartenga”. Barbarians