giovedì 8 luglio 2010
Recanati critica l'obbligo dei 15 giocatori in campo per le giovanili
Qui di seguito la lettera del presidente dei Praetoriani rugby Recanati, Gianfranco Ingargiola, sulla nuova norma prevista per under 16, 18 e 20 che prevede l'obbligo di schierare in campo sempre 15 giocatori (ad eccezione di una espulsione) pena partita persa a tavolino e dopo la terza infrazione l'eliminazione dal campionato.
Una lettera che come ha detto il presidente vorrei "fosse un momento di arricchimento per l'intero movimento, di riflessione e non di semplice polemica".
A voi la lettura.
Recanati 01/07/2010
al Presidente F.I.R.
GIANCARLO DONDI
ai Membri del Consiglio Federale
F.I.R.
E p.c. A tutti i tesserati FIR
Gentilissimo Presidente, gentilissimi Consiglieri,
sono il Presidente di una delle tante piccole nuove Società nate in questi ultimi anni, affiliatesi a questa onorevole Federazione.
Con estremo rammarico leggo le novità riportate nell'ultima Circolare Informativa per l'anno sportivo 2010/2011 relative all'innalzamento del numero minimo dei giocatori “a lista gara” per la categoria U16.
Sono certo di entrare tardi nel dibattito che sicuramente ha già suscitato e continua a suscitare questa decisione federale, ma non riesco a contenere il mio disappunto nei confronti di questa novità, che è anche il disappunto di dirigenti e di ragazzi, dei loro genitori della nostra e di altre Società sparse nel territorio nazionale
Seguo personalmente la nostra U16 nel suo campionato regionale (le Marche ndr) e penso di aver maturato l'esperienza sufficiente per dare un giudizio sulla introduzione di questa nuova norma: non sarà certo lo strumento migliore per vitalizzare e solidificare il settore giovanile delle piccole società come la nostra, se mai potrebbe diventare lo strumento che ne decreterà la “morte”.
Per molte realtà giovanili di paese questa novità potrebbe significare la fine di un sogno, di una speranza.
Mettere insieme 15/20 ragazzi che vogliono giocare il rugby, nei nostri paesotti dove si “respira calcio” sin dai primi vagiti di un bimbo è già un successo;
riuscire a tenerli assiema senza perdersene neanche uno durante i mesi e anni di duri allenamenti, nonostante la povertà di mezzi, la precarietà delle strutture, il totale volontariato dei dirigenti e degli allenatori, la disponibilità di alcuni genitori, l'indifferenza di altri è un successo ancor più grande;
riuscire a presentarsi tutte le domeniche in 12/13/14/15 e quando va bene 17 per giocare la partita nonostante malattie, studio, svogliature, punizioni, cresime, comunioni e ogni altro genere di impegno familiare è ancora un altro successo;
pensare di avere la garanzia che tutte le domeniche ci si debba presentare con 15 ragazzi al campo (più le riserve per gli infortuni … quanti?) è PRESUNZIONE.
E' una presunzione che noi dirigenti e allenatori di piccole realtà periferiche non abbiamo più da tempo: proviamo a vivere con i piedi per terra, anzi, sul campo da gioco.
E’ una presunzione che la federazione non si può permettere e non può pretendere.
Se questo deve essere (ed è stato pensato) come strumento di crescita qualitativa e numerico della gioventù rugbistica italiana, mi permetto di dire che è la strada sbagliata.
Se invece il settore giovanile delle federazione deve servire soltanto come serbatoio da cui attingere le eccellenze, scusate ma allora non condivido ne condivido proprio i principi.
Cosa succederà a quei ragazzi che dopo aver perso la terza partita a tavolino saranno esclusi dal campionato?
Quale potrà essere la loro motivazione a continuare ad allenarsi 3 giorni a settimana?
Aspettare il prossimo campionato?
Oggi, quei ragazzi, nonostante il numero esiguo, riusciamo a tenerli assieme, a farli giocare assieme, per presentarsi tutte le domeniche, anche in 12, e battersi onorevolmente.
Domani, esclusi dal campionato, umiliati e demotivati dalle perdite a tavolino avranno ancora il desiderio di continuare a “prendere botte per una palla ovale”?
Quale messaggio di etica e solidarietà avrà passato il rugby italiano?
Al centro della nostra attività federale per le giovanili, avremo messo il “gioco” o il “ragazzo”?
Un giovane che dalle nostre parti vuol giocare il rugby incontra non poche difficoltà: logistiche, economiche, tecniche, sportive. Non rendiamo la sua vita rugbystica ancor più difficile: alla fine potrebbe scegliere di fare “di meglio” altrove.
Vi invito a considerare le conseguenze negative che questa decisione avrà per la sopravvivenza delle piccole società e di molti campionati regionali minori.
Cosa succederà ad un campionato regionale di 8 squadre se 2 o 3 di queste verranno escluse per aver perso a tavolino 3 incontri? Avranno ancora senso quei campionati?
Sicuramente ci sono tanti dirigenti, allenatori, giocatori che la pensano diversamente e ritengono che vada salvaguardato il “livello tecnico” delle competizioni sin dai campionati giovanili.
Una ulteriore obiezione è la sicurezza e l'incolumità dei giocatori.
Io penso che innanzitutto, lavora con i giovani vada salvaguardato il ragazzo e la sua formazione psicofisica, ma soprattutto la formazione del suo carattere.
Vi chiedo di voler ritornare sulle vostre decisioni e sospendere la validità di questa norma: per il bene di quel rugby che non ha ancora tradizione ma che vuol farsela, per i ragazzi che oggi, pionieristicamente, sono gli unici nella loro città a giocare questo gioco meraviglioso.
Signori del Consiglio Federale, è ormai evidente che la nostra federazione propone un “rugby a due marce”:
un rugby per la nazionale, un rugby per chi va in celtic league, un rugby per chi gioca nei campionati di elitès e … un rugby per quelli che non avranno le stesse chances, magari non vi ambiscono, ma chiedono almeno il diritto di sopravvivere.
Cordialmente
Gianfranco Ingargiola
(tess. 271847)
Praetoriani Rugby Recanati
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"Diritto di sopravvivere".
RispondiEliminaOttima sintesi.
Concordo.
Invito chi fosse interessato a sapere quello che accade anche in altre regioni a leggere l'ultimo commento della seguente pagina http://www.rugby.it/forum/viewtopic.php?f=47&t=16771&st=0&sk=t&sd=a&start=150
RispondiEliminaOrmai è da tempo che tolgono ai pveri per regalare ai ricchi. Quando i ricchi saranno rimasti soli avranno ottenuto quello che vogliono?
dopo che per anni la crescita del numero delle nuove squadre giovanili, figlie ovviamente del famoso obbligo, si è concretizzata grazie alla elasticità con cui si accettava di far disputare partite in dodici, ora questa frenata così brusca per la verità non ce l'aspettavamo. E' vero che un campionato con cinque squadre su otto mai al completo non è neanche un campionato credibile: non è la prima volta che lo dico e lo ribadisco; ma addirittura che si debba perdere una partita se si resta in quattordici per infortunio è una vera follia: Nessuno ha pensato a quali conseguenze potrebbe avere questa regola ? per esempio cheun ragazzo resti in campo con un infortunio serio pur di non far perdere a tavolino la sua squadra. O addirittura, ma non vorrei neanche immaginarlo, che una squadra che sta perdendo crei volontariamente un infortunio per vincere .
RispondiEliminaE' una vera follia: Ma se pensassimo di introdurre la regola che , in caso di numero di ragazzi inferiore, l'altra squadra debba obbligatoriamente adeguarsi ? se permettessimo di schierare (tanto succede ugualmente) 2 o tre fuori quota della categoria immediatamente superiore? se permettessimo per regolamento che la squadra che ha un numero superiore di atleti li possa "prestare" legittimamente per quella partita alla squadra carente ? infine parliamo di ragazzini di quindici anni che si sacrificano tutta la settimana sperando di giocare la domenica e tornarsene a casa dopo qualche minuto di partita, credetemi, non vorrei ricordarlo. Speriamo che qualcuno si ravveda.
Sandro Simonetti
Riconosco alla norma una buona intenzione ma il mezzo scelto, classico italiano (ti caccio, ti multo, ti taglio i co...oni ecc.), la rendono iniqua e pericolosa.
RispondiElimina..a me sfugge la buona intenzione...
RispondiEliminaLa buona intenzione è quella di far andare oltre il provincialismo, inteso come modo di essere, che regna sovrano in molte parti del regno (?!). Se non viene introdotta qualche restrizione nel 2020 le nostre U14/U16 ancora saranno composte da 14, 13 o anche 12 giocatori. Sei convinto del contrario?
RispondiEliminaIo credo che solo i numeri non possono essere messi un discussione.
RispondiElimina1 è meno di 2 e 2 è meno di tre, nessuno può contraddire questo.
Io leggo da comunicati ufficiali che allo scorso campionato U20 si sono iscritte il 70% di squadre in meno (si è passati da 120 squadre iscritte al campionato a 49!!), che U.16 e U.18 non hanno registrato alcun incremento rispetto al passato, che le squadre U14 hanno una media NAZIONALE di 12–13 giocatori.
Alla luce di tutto questo, che vantaggio potrà mai portare lasciare morire le piccole società? A me continua a sfuggire
Sai benissimo che le U20 hanno come unica funzione quella di essere il parcheggio dei futuri possibili giocatori dei grossi club, o meglio dei migliori tra quelli che escono dalle giovanili ma non possono ancora essere impiegati nelle cosiddette prime squadre.
RispondiEliminaQuello che tu riporti relativamente alle U14 comunque mi da ragione sulla scarsezza del fenomeno e sulla giustezza dell'idea di migliorarlo. Tu secondo me non riesci a separare il fine (lodevole) del provvedimento dal mezzo (controproducente e pericoloso).
La strada per l'Inferno è lastricata di buone intenzioni. Se tutti i presidenti delle società che conosco storcono il naso o scuotono demoralizzati la testa, non credo sia un buon segnale. Mettere quei paletti significa che chi ha 14 ragazzini U16, li perderà probabilmente tutti. Chi già ne ha 20 ne racimolerà altri due o tre. Il conto fallo tu. Ah, e aggiugici anche che meno squadre=trasferte più lunghe e costose=ulteriore mazzata sul bilancio...
RispondiEliminaModificata parzialmente la regola: per il prossimo anno sara di 13 il numero minimo di giocatori in campo, diventeranno 14 l'anno successivo e 15 dopo due anni. Ed è un primo passo, però se non mitigano le sanzioni, almeno all'inizio, diventa un passettino. Ma tanto Valko non sarà d'accordo ....
RispondiEliminaFranco. I seniores possono entrare in campo anche in dodici e la partita si gioca lo stesso. Quello che rimane misterioso è CHE COSA si vorrebbe ottenere con il limite numerico. Un CUT-OFF delle società? O un innalzamento degli sforzi per trovare il tredicesimo o quindicesimo che sia? Si trovano due-tre ragazzetti per fare numero sai? Li tesseri, li metti in mezzo al campo con la maglietta e hai ottenuto lo scopo. Non significa nulla se non sanno giocare o non gliene frega del rugby.... E' questo che si vuole? Perchè è questo che si otterrà!!
RispondiEliminaOra, aver limato da 15 a 13 significa che sono stati subissati dalle proteste (allora non ero il solo a pensare che fosse una stronzata...) e hanno trovato un escamotage a orologeria per fare ugualmente quello che gli pare.