22 partite per le squadre del girone 1, 20 partite per quelle del girone 2 e 3.
Chi avrà voglia di giocare a rugby dal 5 ottobre in poi avrà non poche occasioni per farlo.
Dopo lo scorso campionato tutte le società hanno capito quanto sia importante avere un bacino di giocatori davvero ampio.
I 15 in campo più i 7 in panchina della prima di campionato di certo non bastano per affrontare l'intera stagione. Se questi sono i numeri di qualche squadra, è facile prevedere che ad un certo punto del campionato si ritroverà con gli uomini contati. 15, se saranno fortunati.
Infortuni e impegni personali (ricordiamoci sempre che si tratta di uno sport a livello non professionistico) minano e non poco le fondamenta di società appena nate.
Per questo è importante, da qui a ottobre, che le nuove società, che ancora non possono contare di anno in anno su nuovi innesti provenienti dalle giovanili, riescano ad avvicinare quanti più curiosi allo sport della palla ovale. Magari non per lanciarli subito nella prima mischia della prima partita di campionato, ma per iniziare a creare quel giro di giocatori che inesorabilmnete serve alla prima squadra.
Per ottenere dei risultati nel rugby conta la qualità, ma anche la quantità. Non è un caso che lo scorso anno Pesaro abbia utilizzato la bellezza di 39 giocatori nella prima squadra. E alla fine, nonostante tutto, è arrivata con qualche problema alle finali. Ma questo magari è strutturale e anche gli avversari qualche problema lo avranno avuto.
Però è importante capire che per far fronte ad una stagione così lunga sarà importnate per ogni società acccettare tutti coloro che si avvicineranno al campo. In fondo il rugby è una famiglia, e allora perchè non volerla allargare sempre iù.
Ci sono società che questo lo hanno capito benissimo, vedi il San Lorenzo che per poter fronteggiare al girone elite sta cercando continuamente nuove leve non solo per il settore giovanile, ma anche per la prima squadra.
C'è un Montefeltro in smobilitazione, almeno per quest'anno non partecipando al campionato di serie C, e allora la speranza è che i suoi giocatri vadano ad ingrossare le file di qualche altra società.
Ben venga poi la scelta del Corridonia che invece di creare una nuova società ha unito le forze con il Mogliano. Che poi la società si chiamerà Mogliano o Corridonia, alle altre realtà delle Marche penso poco interesserà. L'importante è che la prima squadra, ma anche le giovanili, abbia i numeri per portare a conclusione il campionato.
Per il bene di un torneo che non sia costretto a vedere tristi ritiri che fanno male prima di tutto a chi in primis ha speso energie per creare la squadra, poi alle altre società che vedrebbero il campionato cambiare in corsa, ed infine al rugby in generale.
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