Il rugby in rosa torna in campo.
Domenica le ragazze psaresi inizieranno il loro campionato di serie A femminile. Detto che la squadra è composta da 26 giocatrici è d'obbligo guardare allo stato di forma del rugby femminile in Italia.
Io mi sento di dire che non sta benissimo. L'unico campionato a 15 è composto da sole 7 squadre. Di anno in anno ce ne sono di meno.
Poi ci sono tante piccole realtà che partecipano alla Coppa Italia femminile di rugby a 7, ma questa competizione dovrebbe essere solo un trampolino di lancio per passare poi al vero rugby, quello che ha una nazionale che partecipa al 6 nazioni (sì, esiste anche quello femminile).
Non ho soluzioni magiche per fare aumentare le ragazze che giocano con la palla ovale, ma forse una soluzione Pesaro inizia a scorgerla, per sua stessa fortuna. Quest'anno ha in squadra ben 4 ragazze di Cesena e da tempo ne ha una di Rimini. Ragazze che amano questo sport e che si fanno qualche chilometro ogni settimana per giocare a rugby. E' forse questa la soluzione, almeno per il momento: che le giocatrici di società che partecipano alla coppa Italia inizino a giocare a 15 con le squadre (cmq poche) nelle loro vicinanze.
E allora anche nelle Marche le tante società sorte da pochi anni possono pensare di iniziare a guardare alle ragazze nelle giovanili di rugby. In fondo fino all'under 13 maschietti e femminucce corrono e si placcano insieme sul campo. Dopo di che si può dar vita ad una under 15 femminile. Il campionato loro è a 7 (se non dico una cavolata). Poi potrebbero iniziare a formare una prima squadra e avvicinarsi al rugby a 15 proprio con Pesaro. E dopo qualche anno dare vita ad una nuova squadra femminile di rugby.
Ok, guardo un po' troppo lontano. ma non è proprio questo tipo di sguardo che manca al rugby in generale e al femminile in particolare?
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