In dodici anni sono
diventati otto volte tanto e saranno determinanti
per le elezioni in
federazione
Fra le prime dieci regioni italiane per
numero di rugbisti. Questo l’ultimo dato marchigiano che ha visto nella sola
stagione sportiva 2011/2012 ben 3162 tesserati, decima regione italiana a
guidare la truppa dei territori in cui la febbre per la palla ovale è scoppiata
solo negli ultimi anni.
Che nelle Marche lo sport stia
facendo sempre più proseliti è sotto gli occhi di tutti, visto che in soli
dodici anni il numero dei tesserati è cresciuto quasi otto volte, visto che nella
stagione 2000-2001 si contavano appena 470 tesserati.
A fare la figura del leone fra le
province della regione è quella di Ancona con 1052 tesserati, a cui segue
quella di Ascoli, unita al territorio di Fermo, con 771, Pesaro e Urbino con
692 e Macerata con 392. A questi tesserati devono essere aggiunti inoltre i 253
bambini tesserati unicamente con i loro istituti per le attività scolastiche.
Numeri che fanno ancora più
impressione se confrontati con la totalità degli abitanti della regione. In
questo caso le Marche, con una percentuale del 2,6%, riescono addirittura a
superare l’Abruzzo, da sempre terra di rugby, ferma al 2,2%.
Una crescita numerica dovuta alla
nascita di non poche società e a cui ora dovrà fare seguito la crescita dei
club stessi, come spiega il presidente del Comitato Regionale Maurizio Longhi:
«Ciò che deve aumentare adesso è il numero delle categorie che ogni società
deve presentare. Direi che a numeri di club ormai ci siamo, essendo 22 senza
contare le scuole affiliate. Ora si deve lavorare sulle giovanili, perché ogni
società possa presentare tutte le under facendo così crescere il movimento non
solo dal punto di vista quantitativo, ma anche qualitativo».
Intanto tale crescita permetterà
alla regione con i suoi voti di avere il suo peso alle prossime elezioni
federali, quando potrà esprimere il 4,21% dei voti totali, in questo caso
addirittura nona regione per importanza. Una percentuale superiore a quella di regione
che hanno più tesserati, perché le Marche hanno mediamente società più
strutturate che volgono attività in più categorie.
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