Non c'è nulla di più imprevedibile del rimbalzo di una palla ovale.
E non c'è nulla di più epico di una partita di rugby.
E' per questo che sembra pazzia aprire una società sportiva che abbia voglia di piantare a terra un'acca.
Eppure qualche coraggioso c'è. Ben più di qualcuno.
E quel qualcuno ce l'abbiamo vicino.
Sembra un miracolo, ma le Marche sono diventate un piccolo alveare di rugbisti. Forse ancora troppo poche le persone che praticano questo sport, ma da qualche parte e da qualche numero si doveva pur inziare.
Ad aprire il varco ci pensarono Pesaro, Jesi e San benedetto.
Fermo fu il primo a prendere il coraggio a due mani e a gettarsi nella mischia.
Giocare una mischia in quattro era troppo poco però. Poco più di una prima linea. Solo una seconda con i due piloni ed il tallonatore.
E' così che alle spalle di una prima linea ormai abbastanza solida e a fianco di una unica persona in seconda in via di maturazione, hanno trovato posto tutte le altre società.
Ecco la nascita (in ordine sparso) di Ancona, San Lorenzo, Recanati, Falconara, Montefeltro, Novafeltria, Ascoli, Mogliano, Macerata e Senigallia... e se ho dimenticato qualcuno chiedo scusa Spero di no, ma quel che è certo è che non solo la mischia si è chiusa, ma manca soltanto l'estremo.
Non è che i componenti di una squadra si trovano in un giorno, no? E chi ha costituito queste società lo sa bene.
Ecco, questo blog non ha altra pretesa che quelle di parlare del rugby in questa regione sperando che prima possibile qualcuna di queste società salire di categoria.
Perchè? Perchè lo stivale ovale riesca ad accorghersi che fra le sue regioni ce n'è una che si sta ovalizzando sempre più.
Buon blog a tutti, Matteo
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